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Assegno ai figli: va raddoppiato se lo dice l’investigatore privato assunto dalla moglie

investigatore

La Suprema Corte, con una recentissima ordinanza qui sotto allegata, ha confermato l’aumento del contributo paterno al mantenimento dei figli sulla base delle risultanze patrimoniali emerse dalla relazione dell’investigatore privato assunto dalla moglie.

In particolare, la Corte d’Appello, rispetto a quanto precedentemente stabilito dal Tribunale, aveva raddoppiato l’importo dovuto dal padre per il mantenimento dei figli, riconoscendo valore indiziario ad una relazione investigativa prodotta dalla moglie dalla quale emergeva una situazione reddituale del marito palesemente diversa da quella dichiarata: all’esito dell’indagine, infatti, era emerso che quest’ultimo fosse proprietario di diverse proprietà immobiliari e di un’auto BMW di notevole valore; tali dati secondo la Corte giustificavano un ricalcolo dell’importo dovuto dall’uomo per il mantenimento dei figli.

Ha presentato dunque ricorso in Cassazione il padre, lamentando la valenza indiziaria della relazione investigativa, peraltro tardivamente prodotta in giudizio dalla moglie.

La Corte di Cassazione, nel confermare quanto stabilito dalla Corte d’Appello, ha ribadito il principio secondo cui “ in considerazione delle esigenze e finalità pubblicistiche di tutela degli interessi morali e materiali della prole … è sempre fatto salvo il potere del giudice di adottare d’ufficio, in ogni stato e grado del giudizio di merito, tutti i provvedimenti necessari  per la migliore protezione dei figli, ivi compresi quelli di attribuzione e determinazione del quantum del contributo di mantenimento…”.

Sulla base di tale principio, la Suprema Corte ha, pertanto, confermato l’aumento dell’assegno dovuto ai figli dal padre in ragione di una diversa situazione reddituale a quest’ultimo attribuibile, emersa dalla relazione investigativa prodotta dalla moglie.

 Cassazione Civile, 24.08.2018, n. 21178

Cassazione Civile, 24-08-2018, n. 21178