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La mediazione trasformativa

Mediare è una sfida: devi saper vestire i panni dell’altro senza spogliarti dei tuoi

Il mediatore trasformativo – nella visione originata da Folger e Bush nel loro The Promise of Mediation (1994) e sviluppata poi anche da altri autori – concepisce il suo intervento come un supporto all’apertura ed al mantenimento di un dialogo fra le parti che permetta a ciascuna di esse di considerare il conflitto sotto una luce diversa, e così di prendere le decisioni conseguenti considerate più idonee.

Il mediatore trasformativo ha come obiettivo quello di supportare le parti in tale situazione, aiutandole a veder più chiara la situazione così da poter prendere decisioni conseguenti (processo di c.d. empowerment), arrivando magari a capire, se non giustificare, le ragioni della controparte (processo di c.d recognition), nella convinzione che un confronto franco non può che generare maggiore consapevolezza.

promessa

 

Mediatore: [continuando a rivolgersi alle parti, alternativamente] Quella che sta per svolgersi qui è fondamentalmente una conversazione tra di voi, sulle questioni che più vi preoccupano e sui problemi che sono emersi. E il mio ruolo nel processo è quello di aiutarvi ad avere una conversazione, diciamo il più produttiva possibile, e anche a comprendere meglio il modo in cui ciascuna di voi vede le cose… e le decisioni che vi aspettano. Quali sono le vostre intenzioni, e anche come…

Julie: [interrompe il mediatore, il quale le lascia immediatamente la parola] Be’, io desidero arrivare ad una soluzione, è questo quello che voglio.

Mediatore: [rivolto a Julie] Certamente, Julie, questa è una delle… è una possibilità a cui possono portare le vostre decisioni, in base alle scelte che farete lungo il percorso. Dipende tutto da voi. [riprende a guardare ora l’una, ora l’altra parte] E può anche accadere di riconsiderare attentamente il modo in cui ciascuna di voi vede l’altra, la sua situazione e le vostre posizioni reciproche. Queste sono le cose che possono emergere durante la conversazione e, mentre le affrontate lungo il percorso, le vostre scelte potranno portarvi a qualunque punto decidiate di arrivare. Da parte mia non sono qui per, diciamo, prendere decisioni per voi in alcun modo, né riguardo al tipo di conversazione che scegliete di avere né su cosa discutere e nemmeno su come concludere. Il mio ruolo, per come lo vedo, è quello di aiutarvi ad avere una conversazione, di ascoltarvi e di aiutarvi anche, in un certo modo, ad ascoltare voi stesse e l’un l’altra, e… e questa può essere una sorta di descrizione generale del processo di mediazione, per lo meno nel modo in cui io la pratico. Allora pensate possa essere di qualche aiuto procedere così? [guarda l’una e l’altra parte]

Elizabeth: Sì

Julie: Per saperlo dobbiamo provarci

 

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