La Corte di Cassazione ha, ancora una volta, punito la madre che strumentalizza la figlia inducendola a tenere dei comportamenti ostruzionistici nei confronti del padre, disponendo l’affidamento esclusivo della minore a favore di quest’ultimo.
In particolare, la Corte d’Appello di Bologna aveva confermato il provvedimento del Tribunale di Reggio Emilia, emesso nell’ambito di un procedimento per la modifica delle condizioni di separazione, con il quale aveva disposto l’affidamento esclusivo della figlia minore al padre con collocazione prevalente presso quest’ultimo.
Avverso detta pronuncia la madre ha proposto ricorso avanti alla Corte Suprema denunciando, tra gli altri motivi, l’omessa valutazione delle contraddizioni a suo dire presenti nella consulenza tecnica svolta in corso di causa sulla base della quale era stato fondato il successivo provvedimento di affidamento esclusivo a favore del padre.
La Cassazione ha ritenuto infondate le doglianze della donna, evidenziando come il Giudice d’Appello avesse motivato la propria decisione sulla base di un accurato approfondimento delle dinamiche personali ed interpersonali che hanno coinvolto la minore, dal quale era chiaramente emersa l’attendibilità della bambina quando aveva riferito nel corso della consulenza della induzione messa in atto dalla madre per farla mentire sul suo sereno rapporto con il padre.
Inoltre la Cassazione ha osservato come la decisione della Corte d’Appello fosse basata non solo sulle preferenze esplicitate dalla minore nei confronti del padre, ma anche sul positivo inserimento familiare e relazionale della bambina presso quest’ultimo; ciò non era per converso emerso del contesto familiare materno, dal momento che la donna quando aveva la piccola la affidava a terzi estranei.
In forza di ciò, la Cassazione ha rigettato il ricorso della madre e confermato quanto statuito dai Giudici dei gradi di giudizio precedenti.
Cassazione Civile, 10.02.2020, n. 3028